ESORDI
Nato a Berlino nel 1920 da una benestante famiglia ebrea, Helmut Neustädter si interessò presto alla fotografia. A dodici anni fotografò la Funkturm (Torre della radio) di Berlino, un motivo che riprenderà anche in seguito. Quattro anni dopo cominciò a lavorare come apprendista presso la famosa fotografa di moda Yva, nel cui studio scatta i suoi primi autoritratti, inscenati con grande sicurezza.
Nel 1938 fu costretto a lasciare la città a causa delle persecuzioni in Germania. Arrivò in treno a Trieste e da qui si imbarcò per Singapore, dove lavorò per un breve periodo come fotoreporter per lo Straits Times. Nel 1940 partì per l’Australia. Dopo la guerra, aprì un piccolo studio fotografico a Melbourne e conobbe la sua futura moglie, l’attrice June Brunell, che divenne sua assistente di camera oscura mentre continuava la sua carriera cinematografica. La maggior parte dei ritratti e delle fotografie di moda e di matrimoni di quegli anni sono andate perdute.
Il lavoro del fotografo, che aveva anglicizzato il suo nome in Helmut Newton, si iscriveva per lo più in una tipologia convenzionale, ma già si percepivano occasionali accenni a ciò che sarebbe accaduto in seguito. Nel 1956, tutto cambiò. Newton si recò in Europa con la moglie June e ottenne un contratto di un anno con Vogue UK a Londra; tuttavia, tornò presto a Melbourne, dove aprì uno studio insieme a un altro fotografo tedesco di origini ebraiche, Henry Talbot. Iniziò anche a collaborare con Vogue Australia. Il mondo della moda e Parigi lo catturarono, dando inizio a uno dei periodi formativi più importanti della sua carriera.
Di questo capitolo della sua carriera fanno parte ritratti e fotografie di moda scattate nelle strade di Londra e di Rio, una specie di fotoromanzo sul confine franco-belga e un editoriale sulla moda maschile incorporato in una storia di James Bond.
ANNI SESSANTA
Nel 1961, su invito di Vogue Paris, Newton si trasferì a Parigi con la moglie June. Nella capitale mondiale della moda sviluppò il proprio stile e finì per diventare uno dei fotografi di moda più ricercati e innovativi dell’epoca. Oltre a Vogue Paris, nello stesso anno lavorò anche per Elle France, Vogue UK e per la rivista d’avanguardia inglese Queen. Queste riviste offrivano a Newton un modo per guadagnarsi da vivere e sviluppare le sue idee creative, ma erano anche il mezzo di diffusione ideale per le sue interpretazioni della moda contemporanea. Attraverso di esse raggiunse un vastissimo pubblico molto prima che le sue fotografie cominciassero ad apparire in libri e mostre.
Nelle sue fotografie di moda, che si spingono ben oltre alla semplice presentazione visiva di un capo d’abbigliamento o di un accessorio, Newton incorpora continui riferimenti allo Zeitgeist del momento: dai film di Alfred Hitchcock, François Truffaut e Federico Fellini alla rivoluzione sessuale della fine del decennio. Le immagini di Newton suggeriscono storie e spesso contengono un elemento di intrigo. La serie sulla moda di Courrèges che creò per Queen nel 1964 segnò l’inizio di un nuovo capitolo della sua carriera, in cui elaborerà i suoi incarichi con l’audacia che gli è caratteristica.
A metà degli anni sessanta Newton acquistò una casa vicino alla Costa Azzurra, che insieme alla vicina Saint-Tropez divenne lo sfondo di innumerevoli servizi di moda, di ritratti intimi di June e di autoritratti. Il suo interesse per la tematica del doppio (Doppelganger), le immagini raddoppiate e l’accostamento tra manichini e modelle in carne e ossa emerge con evidenza nelle sue collaborazioni con diverse riviste a Venezia, Londra, Parigi, Milano, Roma, Montreal e Tunisi.
ANNI SETTANTA
Negli anni settanta Newton si recava regolarmente negli Stati Uniti e scattava fotografie a New York, Miami, Las Vegas come a Berlino, Roma e Saint-Tropez.
Dal 1971, tuttavia, dopo aver avuto un attacco di cuore durante un servizio fotografico a New York, il suo modo di lavorare cambiò. Da quel momento in poi accettò solo incarichi che considerava sfide interessanti. Iniziò inoltre a servirsi dei set, ma anche delle modelle e degli stylist set che gli venivano forniti, per realizzare una propria versione più audace delle fotografie di moda in programma. Nel 1976 molte di queste immagini inedite apparvero nel suo primo libro di fotografia, White Women. Nel 1978 fu pubblicato il suo secondo libro, Sleepless Nights, che raccoglieva fotografie già apparse su Vogue e Playboy. Entrambi i libri ebbero grande risonanza e furono ripubblicati per anni in varie edizioni internazionali.
Dal 1975 in poi Newton cominciò a esporre le sue immagini in musei e gallerie. Continuò a scattare le fotografie di moda soprattutto per strada, in hotel o in appartamenti signorili oppure in ristoranti di lusso, a volte accostando manichini da vetrina e modelle in carne e ossa. Solo a un’osservazione più approfondita diventa chiaro cosa è reale e cosa invece è una ricostruzione di scene da lui osservate o immaginate. Newton trae ispirazione dalle fonti più disparate, come il Surrealismo, i racconti fantastici di E.T.A. Hoffmann e film che esplorano i temi del doppio e della metamorfosi, come Metropolis di Fritz Lang.
Molte delle immagini create da Newton negli anni settanta sono così emblematiche e intramontabili che ancora oggi vengono rivisitate e considerate riferimenti.
ANNI OTTANTA
Nel 1981 Helmut Newton sviluppò un’idea visiva rivoluzionaria per Vogue Italia e Vogue Paris: prima a Brescia e poi a Parigi, chiese alle modelle di spogliarsi dopo un servizio di moda, per poi fotografarle di nuovo nelle stesse pose, ma nude. Nell’autunno, la pubblicazione di queste fotografie sulle due riviste di moda suscitò un vero e proprio scandalo. Questi dittici, che segnarono per lui il passaggio dalla fotografia di moda a quella di nudo, furono chiamati Naked and Dressed.
Allo stesso tempo creò i suoi Big Nudes, destinati sia alle pagine delle riviste sia a stampe a grandezza naturale, cosa che nessun fotografo aveva mai fatto prima. Newton sondava continuamente i limiti della società e della morale, ridefinendoli in base alla sua visione. Queste immagini sono state raccolte nel terzo volume di Newton, Big Nudes, il suo libro di maggior successo sinora.
Alla fine del 1981 Helmut e June Newton si trasferirono a Monte Carlo. Da allora in poi la coppia trascorse i primi mesi di ogni anno a Los Angeles, dove Newton realizzò molti ritratti di celebrità di Hollywood che frequentava come amici o conoscenti. Nel frattempo continuava a scattare ritratti a June, che dal 1970 aveva intrapreso una carriera di successo come fotografa con lo pseudonimo di Alice Springs.
Nel 1987, ispirandosi alle riviste illustrate della sua giovinezza berlinese, Newton fondò la sua rivista di grande formato, Helmut Newton’s Illustrated, della quale pubblicò quattro numeri a intervalli irregolari.
ANNI NOVANTA
Il lavoro di Newton negli anni novanta è stato caratterizzato da fotografie di moda sempre fantasiose, molte delle quali scattate a Monte Carlo e dintorni, ma anche a Berlino, in particolare nel leggendario ristorante Exil, oppure all’aperto a Parigi o a Miami.
Lavorava sempre più di rado per le riviste mentre aumentavano gli incarichi conferiti direttamente dagli stilisti e da altri clienti come Chanel, Mugler, Yves Saint Laurent, Wolford, Swarovski e Lavazza, che spesso gli affidavano campagne pubblicitarie su larga scala. Ormai la fotografia di moda si era ampiamente emancipata dalle riviste, che sino ad allora erano state il contesto tradizionale della sua creazione e pubblicazione. Numerose mostre nei musei e un fiorente mercato dell’arte accompagnarono questo corteo trionfale, facilitato anche dal sempre maggiore riconoscimento dell’importanza culturale di questo ramo della fotografia.
Negli anni novanta Newton realizzò anche una serie di pubblicazioni personali, tra cui due numeri di Helmut Newton’s Illustrated e un libro dei suoi scatti con Polaroid realizzato con Schirmer/Mosel. Le istantanee continuavano a essere molto importanti per Newton, soprattutto come modo rapido per verificare un’idea o controllare una composizione durante un servizio fotografico.
Inoltre produsse una vasta antologia di facsimili delle sue opere pubblicate su riviste nel corso di cinquant’anni, Pages from the Glossies, e un libro scritto a quattro mani con June, Us and Them. Nel 1999 TASCHEN pubblicò SUMO, il libro d’arte di maggiori dimensioni mai edito. Newton ricevette inoltre diversi premi per il suo lavoro fotografico in Francia, Monaco e Germania.
ULTIMI ANNI
Nell’ultimo decennio della sua vita Helmut Newton veniva ancora ingaggiato da riviste e stilisti perché traducesse in immagini la moda del suo tempo. Tanta longevità in un settore che solitamente è ossessionato dal nuovo è un fatto eccezionale, come del resto la freschezza spirituale e visiva di Newton. Guardando le fotografie dei suoi ultimi anni, tanto permeate dallo spirito dell’epoca, è difficile credere che siano state scattate da un ottuagenario.
Nel 2000, in occasione dell’ottantesimo compleanno di Newton, la Neue Nationalgalerie di Berlino gli rese omaggio con una grande retrospettiva che è stata successivamente esposta in diverse città del mondo. Si trattava della prima mostra permanente di un fotografo mai allestita nel leggendario edificio di Ludwig Mies van der Rohe.
Due anni dopo l’autobiografia di Newton fu tradotta in dieci lingue e pubblicata da altrettante case editrici. Due importanti pubblicazioni di Newton sono state realizzate in collaborazione con la sua galleria di Zurigo, De Pury & Luxembourg, in occasione delle mostre Sex and Landscapes e Yellow Press, che presentavano per la prima volta i paesaggi e le fotografie giornalistiche scattate negli ultimi anni. Molte delle fotografie che vi furono esposte, sia quelle realizzate per sé sia quelle per le riviste, sono incluse in quest’ultimo capitolo.
Si potrebbe dire che la selezione di immagini finale intreccia ancora una volta, nel modo unico tanto tipico di Newton, i generi principali del suo lavoro: moda, nudi e ritratti, rendendo così una potente testimonianza dell’eccezionalità e dell’autorevolezza della visione di questo fotografo.